Peridoto (gemma)

Specie: PERIDOTO

Colore: Verde, giallo-verde, verde-bruno

Trasparente: Trasparente

Sistema cristallino: Rombico

Formula chimica: (Mg,Fe)2(SiO4)

Composizione chimica: Silicato di ferro e magnesio

Rifrazione: Birifrangente biassica positiva o negativa

Indice di rifrazione: 1.654-1.672-1.690 (+0.017/-0,004)

Birifrangenza: 0.036 (±0.002)

Dispersione: 0.020

Pleocroismo: Molto debole, giallo-verde e verde

Densità: 3,34 (+0,15/-0,07)

Durezza: 6 ½ – 7

Habitus: Prismatico

Genesi dei giacimenti: Magmatica

Giacimenti principali: Australia (Queensland), Brasile (Minas Gerais), Cina (Hebei), Egitto (Zebirged), Kenya, Myanmar (Mogok), Messico, Norvegia (Sondmore), Sri Lanka (Ratnapura), Stati Uniti (Arizona, Hawaii) Sudafrica.

Specifiche tecniche

L’origine del termine peridoto è incerta; si suppone derivi dalla lingua greca con il significato di “abbondanza”, in riferimento alle numerose facce presenti nei suoi cristalli. Il peridoto è una miscela isomorfa di forsterite (Mg2Si04) e fayalite (Fe2Si04) che, in diverse percentuali, generano una serie di cristalli noti in mineralogia con il nome di olivine. Questi minerali assumono denominazioni diverse a seconda del rapporto Mg/Fe; a partire dai termini magnesiferi per concludere con quelli ricchi di ferro si distinguono sei termini: forsferite, crisolito, hyalosiderite, hortonolite, ferrohortonolite, fayalite. Il peridoto rappresenta la varietà trasparente ad uso gemma e di solito appartiene al termine crisolito essendo più ricco in magnesio che in ferro. In passato con la parola crisolito s’intendeva il peridoto con colorazione più ricca di giallo. Le olivine appartengono ai nesosilicati e come tali sono composte da tetraedri isolati Si04, legati fra loro da atomi di ferro e magnesio in coordinazione ottaedrica con gli ossigeni. Il peridoto si rinviene in rocce ignee formatesi durante le prime fasi del magmatismo ed è costituente principale di alcune formazioni rocciose quali le peridotiti. La presenza di questo minerale è stata riscontrata anche in meteoriti ed in rocce lunari. Tutto il gruppo delle olivine si altera facilmente in minerali quali serpentino e clorite. L’habitus dei cristalli è prismatico sebbene questi si rinvengano più frequentemente in noduli arrotondati. Raramente è riscontrabile  una sfaldatura secondo il pinacoide, la frattura è concoide e la lucentezza vitrea. I cristalli di peridoto si fratturano con una certa facilità sia per pressione che per veloce riscaldamento; per questi motivi è consigliabile pulirlo solo con acqua tiepida insaponata e mai con gli ultrasuoni o con il vapore. Il peridoto è attaccabile dall’acido cloridrico e da quello solforico mentre è stabile alle prolungate esposizioni alla luce solare. La colorazione deriva dalla presenza del ferro e per questo motivo il minerale potrebbe essere definito idiocromatico, ma pare che la tonalità sia influenzata da impurità di cromo, spesso presente, in coordinazione ottaedrica, insieme al nichel.

Solitamente questa gemma non viene sottoposta a trattamenti anche se, con il riscaldamento, è possibile schiarire alcuni campioni particolarmente ricchi di ferro. Sin dal secolo scorso furono fatti tentativi per ottenere la sintesi del minerale ma, dato il non elevato valore commerciale, non si ritenne opportuno sviluppare questo progetto. Per la sua colorazione e per i valori degli indici di rifrazione, il peridoto si può confondere con altre gemme birifrangenti biassiche, quali: hiddenite, cornerupina, diopside e sinhalite. Il peridoto si distingue per avere l’indice di rifrazione 𝜶 più basso, per l’elevata birifrangenza, per lo spettro di assorbimento e, quando presenti, per le caratteristiche inclusioni. Non sempre è possibile risalire al segno ottico di questa gemma poiché il suo indice B è prossimo alla metà dell’intervallo 𝜶-𝜸. E’ da sottolineare il fatto che per piccole variazioni dell’indice intermedio si possono avere campioni otticamente positivi o negativi.

Caratteristiche interne

Essendo un minerale non molto raro, il peridoto può dare luogo a gemme povere o prive di inclusioni. Le più tipiche di queste sono quelle definite, in lingua inglese Lily pads, circondati da sfaldature discoidali. Questi aloni circolari si formano per tensioni generate dalla diversa dilatazione termica del cristallo incluso e possono essere successivamente riempiti da inclusioni liquide di risanamento che appaiono come alettine circolari con maglia fine ed ordinata. Quando le inclusioni liquide risanano altri tipi di fratture, possono generare alettine di forme diverse. Spesso i peridoti presentano scie nebulose, simili a fumo, di colore bianco argenteo se illuminate a campo oscuro, dovute a tensioni provocate da zone di soluzioni solide incomplete. Fra le inclusioni solide sono più frequenti: spinello, in cristalli ottaedrici, bruno-rossastri; cromite, nera; biotite, in lamine brune e diopside in cristalli verdi.

L’origine vulcanica di alcuni peridoti è testimoniata dalla presenza di zone amorfe solidificate che vengono definite gocce vetrose. In alcuni peridoti di origine meteorica sono state osservate inclusioni aciculari incrociate perpendicolarmente, probabilmente prodotte da fenomeni di essoluzione per variazioni di temperatura e pressione.

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