Le 4C del diamante: il Carato

I diamanti, sono pietre preziose di valore inestimabile, talmente tanto importanti e speciali da venir valutati secondo 4 “C”: caratura, purezza, colore, taglio.

Oggi vediamo insieme la prima delle 4c: cosa sono i carati?


Prima di tutto

Un carato è un’unità di misura, adoperata in metallurgia e oreficeria per definire la massa dei materiali preziosi. Può essere anche un indicatore di purezza delle leghe auree.
Il peso, espresso in carati, è la misura della massa di un diamante. Un carato corrisponde esattamente a 200 milligrammi.

La storia

Il carato è utilizzato come unità di misura per la pesatura di quantità molto piccole fin dall’antichità. Dopo il Medioevo, rimane l’unità di misura ponderale di ciò che riguarda il mondo delle pietre preziose. Si applica quindi a diamanti, pietre e gemme e al valore di purezza dell’oro.

La definizione vera e propria del peso del carato è stata definita nel 1832, in Sudafrica. La regione, ai tempi, era il luogo di maggior produzione ed esportazione di diamanti al mondo. Fu stabilito proprio lì il rapporto esatto tra carati e misure del sistema metrico decimale: vennero pesati, su una bilancia a braccia uguali, alcuni semi di carruba, per eseguire una media aritmetica con il diamante misurato: il valore fu di circa 0,2 grammi. Il valore del carato fu ufficializzato nel 1907, alla Conference Generale des Poids et Mesures.

1 Karato o Carato = 0,2 Grammi

Il nome

La parola deriva dall’arabo qīrāṭ, che significa ”ventiquattresima parte”. La parola araba sembra derivare a sua volta dal greco antico κεράτιον (kerátion), riferito al seme di carruba, che si ritenevano avere sempre una massa costante.

In realtà la masse di questi semi varia, come accade per tutti i semi del mondo. Era però fin dai tempi antichi usata come metro di comparazione perché era facile constatarne la differenza di dimensione ad occhio nudo, scegliendo quindi semi che avevano lo stesso peso.

Il carato e l’oro

Per quanto riguarda le leghe d’oro, il termine carato assume un’accezione differente dall’unità di misura ponderale propria delle gemme e delle perle, diventando una misura di purezza, che quantifica le parti d’oro in una lega su base 24/24. Un carato, quindi, se si parla di oro, significa la parte d’oro su un totale di 24 parti di metallo, costituenti la lega. L’oro di massima purezza è dunque a 24 carati.

Perché il numero di riferimento per la purezza è il 24? Anche a questo c’è una spiegazione: questo deriva da una antica moneta d’oro puro usata migliaia di anni fa in Germania. Questa pesava 24 carati, ovvero 4,8 grammi. La sua composizione è il suo peso furono presi come punto di riferimento per valutare la purezza dei gioielli in oro.

Un gioiello con 24 carati (espresso generalmente come 24K) è il più puro sul mercato, perchè corrispondono a 999,9 gr. di oro su 1000 gr. Questo tipo di oro non viene usato perchè l’oro è morbido e tende a deformarsi facilmente.

Di seguito altre sigle che si possono leggere incise su un gioiello. Le più diffuse, dalla più pregiata e costosa sono:

  • 22 Kt (916,667/1000) – + del 90% di oro
  • 18Kt (750,000/1000) – 75% di oro
  • 12 kt (583,333/1000) – 50% di oro

La maggior parte dei gioielli in oro che troviamo nella zona Europea ha 18 Kt, dove l’oro è presente al 75%. Secondo la Legge ogni gioiello in oro dovrebbe avere sulla sua superficie un’incisione che indica il nome del produttore e i carati: che nel caso di 18K è uguale a 750.


Insomma: il carato è l’unità di misura che caratterizza il peso di un diamante. Più sono i carati che lo costituiscono, più prezioso è il diamante in questione!

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